Sab. Gen 11th, 2025

    L’intelligenza artificiale deve guadagnarsi la fiducia delle persone e delle aziende. In vista della piena applicazione dell’AI Act, l’Unione Europea ha pensato di riunire quante più organizzazioni possibili, intorno alle inevitabili responsabilità di un uso etico e consapevole dell’AI. Un tentativo voluto forse anche un po’, per costruire quella fiducia che ancora manca.Il risultato è l’AI Pact che possiamo riassumere nell’espressione “Anticipated Voluntary Compliance for AI“, un accordo volontario che consente a chiunque sviluppa, implementa o utilizza tecnologie legate all’intelligenza artificiale di adottare fin da subito pratiche etiche e sicure, anticipando la conformità normativa. Funziona, è utile? Ci sono organizzazioni che hanno già aderito e con quali potenziali benefici? Cerchiamo di capire meglio.Indice degli argomentiToggleL’accordo chiede principalmente a chi aderisce di:adoperarsi per creare una strategia di governance per gestire l’AI in modo responsabile;mappare e insieme valutare i rischi legati ai sistemi di AI ad alto rischio;promuovere l’alfabetizzazione sull’AI tra le persone interne o che ruotano intorno alla propria organizzazione.Inoltre, suggerisce alcune misure, altrettanto impegnative, che vanno dall’uso di dataset affidabili per addestrare e testare i sistemi di AI, all’implementazione di logging per avere una tracciabilità dei sistemi durante la fase di sviluppo. Non solo, suggerisce una progettazione di sistemi di intelligenza generativa in modo che i contenuti creati siano chiaramente identificabili come artificiali o manipolati, tramite watermark o identificatori di metadati; chiede alle organizzazioni coinvolte di fornire strumenti che identificano ed etichettano sia i deepfake che i testi di interesse pubblico generati dall’IA e non revisionati da un essere umano.L’Ufficio per l’IA della Commissione Europea ha organizzato delle iniziative preliminari che a partire da gennaio 2025, confluiranno in workshop e webinar tematici mensili con l’obiettivo di sviluppare buone pratiche o mostrare i casi d’uso.Uno degli elementi centrali dell’AI Pact, e tra i più facilmente applicabili da qualsiasi organizzazione, è l’alfabetizzazione sull’AI o AI Literacy. Un concetto che va ben oltre il capire come utilizzare gli strumenti di intelligenza artificiale. Rappresenta, piuttosto, la capacità di un uso critico a tutti i livelli.In sostanza, non si tratta solo di imparare a usare strumenti come chatbot o modelli di generazione di contenuti, ma di portare le persone che operano all’interno dell’azienda a interagire con questi sistemi in modo consapevole.Ad esempio, attraverso una cultura del dato, cercando di far comprendere come i dataset utilizzati per addestrare i modelli di IA possano influenzare i risultati finali e come ridurre i BIAS. L’ultimo caso d’uso presentato a Bruxelles, di un’azienda che ha aderito al patto, la canadese CGI, ha riguardato propr   

Di Editor